Ora e necessario ritornare sui nostri passi per visitare l'opposta navata di destra.
Ci si porti ancora presso la porta centrale.
La pila dell'acqua santa, a destra, consta di vaso marmoreo di probabile origine romana, posato su un capitello corinzio rovesciato, di provenienza ignota, in una soluzione quasi identica, che si riscontra anche a Santo Stefano di Venezia.
Sul lato destro si osservi la statua lignea dorata dell'Assunta, lavoro tardocinquecentesco;
poi la tela di S. Pietro apostolo tra le onde, lavoro di anonimo di tardo Cinquecento, attribuito a Tiziano ma senza fondamento, in ovvia funzione di protettore dei caorlotti pescatori e gente di mare.
Poi ancora la tela di S. Sebastiano, di anonimo del 1699, il santo protettore contro la peste, proveniente dalla demolita chiesa di S. Rocco.
Lungo la navata si osservi in parete I'altare tardo secentesco di S. Andrea apostolo, di culto specifico a Caorle, in quanto patrono dei pescatori, attività peculiare degli abitanti nei lunghi secoli della loro storia, e prevalente pur oggigiorno.
Poi in parete la tela a trittico coi santi Rocco, Vincenzo diac. e Margherita, di anonimo, ma di ovvia scuola veneta, forse bellunese, di metà Settecento.
I tre santi sono associati insieme, due dei quali, Rocco e Margherita, sono patroni, il primo contro la peste e forse pure la seconda, quantunque fosse suo compi to preciso la protezione contro le malattie femminili.
Ma la santa ricorda anche la località di S. Margherita, vicina a Caorle ed oggi porticciolo e centro turistico.
Tien dietro in parete I'ampia tela con l'Ultima Cena, lavoro di Gregorio Lazzarini, maestro del Tiepolo, eseguita nel 1672 e firmata dall'autore.
Lo sgabello in primo piano reca lo stemma del canonico Bon che I'ha donato.
In parete si ammiri pure la tela con S. Ritada Cascia, eseguita nel 1955, su commissione dell'arciprete mons.
Marchesan, dal discreto pittore veneziano Marco Novati.
Tien dietro un affresco di anonimo, di metà Seicento, con storie di S. Lucia di Siracusa, prezioso ai fini storici di Caorle poichè ci presenta sullo sfondo la cattedrale e il campanile.
Ai lati si svolgono in ritmo di sequenza i fatti salienti della vita della santa in fedele ossequio ai dati della sua pdssio secondo gli atti greci (e non latini, si noti) del suo martirio.
Nei riquadri da sinistra verso I'alto e poi verso destra c'è la successione degli episodi della madre malata, del pellegrinaggio al sepolcro di S. Agata per ottenere la guarigione, della santa che respinge le profertè matrimoniali, la sua presenza innanzi al prefetto romano, la condanna, il rogo, la sua ultima comunione.
Il tutto è incorniciato da una serie di motivi floreali divisi in alto da un airone e, in basso, da un gallo.
L'autore è anonimo, di gusto popolaresco, ispirato ad incisioni. In alto, in parete, domina il sepolcro cinquecentesco a cassone di Daniele 'de Rossi, vescovo di Caorle (1513-1538).
Prima di accedere all'absidiola di fondo, si considerino nei pennacchi dell'arcone i resti di un affresco cinquecentesco con la scena dell' Ainnunciazione.
Entro I'absidiola è collocato il fonte battesimale, datato 1587, già esistente nella chiesetta di S. Maria delle Grazie o battistero altomedievale, esterno, accanto alla porta principale d'ingresso, distrutto in periodo napoleonico.
Si è salvata solo ai fini pratici la vasca battesimale qui trasferita.
Maggiori informazioni - La cattedrale ed il lato esterno
Maggiori informazioni - La cattedrale e l'interno
Maggiori informazioni - La cattedrale - navata destra
Maggiori informazioni - La cattedrale - navata sinistra
Maggiori informazioni - La cattedrale - il presbiterio