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madonna dell’angelo, ritrovato tutto l’oro

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Madonna dell’Angelo, ritrovato tutto l’oro

Sembra essersi finalmente conclusa la tormentata vicenda del furto degli ori votivi della Madonna dell’Angelo di Caorle. Gli agenti del commissariato di polizia di Portogruaro, dopo aver recuperato a Mestre parte del bottino sottratto dalla chiesa il 10 ottobre scorso, sono riusciti a rintracciare anche il resto della refurtiva. Purtroppo i vari monili erano già stati fusi in un blocco d’oro unico. Se ormai certa è la loro provenienza, impossibile è il riconoscimento. L’oro, una volta compiuti tutti gli accertamenti, sarà comunque restituito alla chiesa della Madonna. Una storia a lieto fine, che rinvigorisce il culto della Madonna di Caorle, alla quale tutta la città è devota. Il furto degli ori aveva scatenato indignazione e sconforto, ma dopo una ventina di giorni dal colpo gli investigatori erano riusciti a rintracciare i colpevoli. Si trattava di due mestrini: giunti a Caorle per caso, avevano messo a segno il furto. Uno di loro, però, già poco tempo dopo il colpo aveva mostrato segni di pentimento, si era rivolto ad un parroco ed infine era stato contattato dalla polizia. Il ladro aveva fornito una piena confessione. Grazie alle sue indicazioni, i poliziotti avevano recuperato 87 dei circa 300 grammi di oro rubato, che i due ladri avevano venduto separatamente, in due tranche. La prima ad un commerciante d’oro di Mestre, la seconda ad un ricettatore. Questi, ben consapevole della provenienza illecita della merce, l’aveva girata al fratello e complice, perché questi la portasse a fondere. Il fratello, provvisto di regolare licenza per la compravendita dell’oro, si era presentato ad un laboratorio di Vicenza. Il laboratorio aveva così provveduto alla fusione dell’oro, mettendo insieme i crocifissi, le collane e il resto delle offerte ex voto ad altri monili di diversa provenienza. Il tutto è stato fuso in un blocco unico, un «lingotto» in gergo, del peso complessivo di 341 grammi. Gli agenti di polizia, seguendo le tracce fornite dai ricettatori, sono giunti al laboratorio vicentino, dove hanno trovato i riscontri che identificavano con esattezza la provenienza dell’oro. Bisognerà ora accertare quanta porzione del blocco totale fa parte degli ori di Caorle, per provvedere alla divisione e quindi alla restituzione. Fonte: La Nuova Venezia


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