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Memorial Giuseppe Nicoll

La splendida cornice di Caorle ha ospitato anche quest'anno il Memorial "Giuseppe Nicolli", giunto alla XII edizione. Dal 30 aprile al 2 maggio si sono svolte le fasi eliminatorie a raggruppamenti triangolari. Ben 27 partite giocate su nove diversi campi da gioco dislocati attorno alla cittadina balneare. Nel ricordo del dirigente benemerito Bepi Nicolli si sono date battaglia nove rappresentative delle delegazioni provinciali e distrettuali venete: Bassano, Basso Piave, Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Quest?ultima, vincitrice in finale sul Basso Piave, ha acquisito il diritto a partecipare al torneo delle Alpi in Val d'Ossola. A dirigere le gare sono stati selezionati dal Presidente regionale Tarcisio Serena nove arbitri di altrettante sezioni venete: Daniel Amabile (Vicenza), Francesca Campagnolo (Bassano), Alessandro Capovilla (Verona), Bruno Colombo (Belluno), Marco Milani (Portogruaro), Niccolò Panozzo (Castelfranco), Matteo Perissinotto (San Donà), Alberto Sartori (Este), Alberto Spezzati (Padova). Per tre giorni hanno alloggiato in albergo assieme ai loro accompagnatori, due componenti del CRA Veneto, Attilio Alban e Natalino Tagliapietra. A loro il compito per tutto il torneo di organizzare il soggiorno, le designazioni delle gare, gli spostamenti e l'analisi di ogni partita. Le tre giornate in cui si è giocato sono state intense e faticose. Il gruppo di giovani arbitri ha acquisito ulteriori stimoli e soprattutto nuove ed importanti esperienze. Ogni giornata si è svolta con ritmo e frenesia. La mattina dopo colazione venivano comunicate le terne, con relative designazioni, ognuno sapeva così in quale impianto recarsi e quale gara avrebbe diretto. Dopo una passeggiata in riva al mare, un pranzo veloce e via, tre macchine partivano verso altrettanti impianti di gioco, alle 15:30 aveva inizio la prima gara. Tre partite ciascuno ogni pomeriggio, una da arbitro e due da assistenti. Due tempi da venti minuti, gli appelli e poi subito la gara successiva, il tutto condito da tanto sole e molto caldo. Al ritorno in albergo seguiva la compilazione del referto, momento questo sempre delicato, finito il quale ci si metteva a tavola per la cena. Il posto migliore per raccontarsi qualche fatto capitato durante le partite, scambiarsi pareri ed opinioni. Finito di mangiare veniva il momento forse più importante della giornata, quello del confronto, già iniziato a tavola ma ora destinato ad aumentare di livello, con tutti gli arbitri riuniti assieme ai due componenti CRA. Ognuno nel racconto della propria partita, come l'aveva vissuta e gestita, quali difficoltà aveva avuto. Sono stati sottolineati ed approfonditi gli aspetti da migliorare, quelli su cui crescere. Finito questo confronto, mentre i componenti si cimentavano nelle designazioni della giornata successiva, per i giovani fischietti c'era il tempo di fare un giro per la cittadina, prima del meritato riposo. L'ultimo giorno di mattina c'è stata una piccola riunione finale, per trarre ognuno un personale bilancio dell'esperienza. Unanimi i pareri entusiasti di tutti. In primis sul fattore umano. Stare così a contatto per tre giorni condividendo tutto quanto con chi in comune ha già una grande passione, ha permesso ai giovani arbitri di fare gruppo, di legare l'uno all'altro. L'evoluzione che c'è stata fra loro rispetto al primo giorno è stata incredibile: inizialmente ognuno se ne stava sulle sue, poi il contenimento ha lasciato posto agli scherzi, alle battute ed all'affiatamento che si è spontaneamente venuto a creare. Dopo tre settimane si sono dati appuntamento per vedere tutti assieme la finale, l'hanno seguita come fosse un po' d'ognuno di loro. Oltre alle amicizie ed alle splendide persone conosciute, la crescita è stata notevole anche nel loro essere arbitro. Potersi confrontare da vicino con chi ha la stessa età ed arbitra le medesime categorie è uno strumento di crescita potentissimo, eccezionale. Alternando il ruolo di arbitro con quello di assistente, in particolar modo, hanno avuto tutti la possibilità di vedere come certe situazioni venivano affrontate diversamente, anche solo per qualche piccola sfumatura. Ognuno di loro si è reso conto di come è possibile gestir meglio una protesta, un vantaggio, le panchine, il colloquio con i giocatori, imparando l'uno dall'altro. E già a partire dalla partita successiva ogni spunto poteva essere adottato e messo in pratica, nel costante tentativo di migliorarsi. Sono cose che non capitano tutte le domeniche.


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